Disamistade - di Enrico Martini
Disamistade avviene quando “un uomo t’incontra e non si riconosce, e ogni Terra si accende e si arrende la pace”. Inevitabile citare Fabrizio De Andrè parlando della mostra di Luca Noce.
In sette opere (oli su legno), con con altrettante donne senza volto a narrarceli, si affrontano i temi più tragicamente attuali del nostro tempo.
Disamistade - di Sara Bonetti
Luca Noce, giovane artista sardo, con la sua DISAMISTADE, compie uno straordinario capovolgimento di prospettiva e ci offre la possibilità di recuperare una visione “positiva” del conflitto come strumento per capire e agire nel presente.
La sua arte ci obbliga a rivedere il nostro punto di partenza, la nostra cultura del conflitto e della lotta (di classe, di religione, di fede politica, ecc.), ormai considerata obsoleta e sostituita dalla cultura del patteggiamento, della conciliazione, dell’accordo, della strategia politicamente corretta. Con scarso successo, direi, visto che guerre di ogni tipo, conflitti sociali e psicologici continuano ad affliggere l’umanità in ogni dove.
Disamistade - di Leonardo Onida
Nessun artista, autentico e orientato all’assoluto, tende a parlare delle sue opere; tantomeno quando esse rappresentano lo zenit della sua Poetica.
Verrebbe da rispondere allora che tutto ciò è ovvio se si tiene saldo quel principio per cui è sempre l’opera che parla, disseminando nuclei di senso e germogli di significato che l’artista consegna inevitabilmente al suo “prossimo” (pubblico, critici o Alter Ego..)
Questo però non sempre accade; non sempre l’arte contemporanea comunica.
Questo però non sempre accade; non sempre l’arte contemporanea comunica.